Foreste Unesco, buoni e cattivi

Quali sono i patrimoni forestali a rischio, secondo l’Unesco, Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura? E quelli che invece escono dalla lista perché hanno protetto le proprie risorse?

25 maggio 2015

Nella lista dei patrimoni Unesco a rischio di degrado il Parco naturale di Manas non compare più: la riserva, situata in India, alle pendici dell’Himalaya, era stata aggiunta all’elenco nel 1992 per il rapido declino delle sue risorse naturali.

La missione di monitoraggio, che ha verificato un aumento della popolazione di specie animali fondamentali per l’ecosistema del parco come tigri, elefanti e rinoceronti indiani, si è svolta a inizio 2011 e ha portato alla decisione presa dall’Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn) e dall’Unesco.

Il caso del parco indiano dovrà servire da esempio per tutti gli altri paesi che si trovano nella stessa condizione, come Honduras e Indonesia che vedono inserite nella lista di siti in pericolo rispettivamente la riserva della biosfera Rio Platano e la foresta tropicale di Sumatra. 

La riserva del Rio Platano è una delle più grandi aree protette dell’America centrale. È stato lo stesso governo onduregno a richiederne l’ingresso nella lista Unesco, a causa difficoltà nell’applicare le leggi che dovrebbero tutelarla. Il pericolo per le foreste di mangrovie, le lagune e la savana sarebbe dettato dalla presenza di colonie illegali, attività di pesca non autorizzata e contrabbando.

La foresta di Sumatra, invece, necessita di un piano urgente di salvataggio a causa dell’incontrollata costruzione di strade e della forte espansione di terrenti destinati all’agricoltura.