Gay Pride

Tutto quello che c’è da sapere sulla nascita di questa ricorrenza

03 giugno 2021

Quella che oggi è conosciuta come una parata di orgoglio e festa, ha origini storiche travagliate che col tempo hanno aiutato a rafforzare questa ricorrenza in favore dell’inclusione e dell’accettazione.

Una manifestazione pubblica che ha appunto l’obbiettivo di celebrare l’accettazione sociale attraverso la rivendicazione di diritti non ancora acquisiti o la richiesta di leggi meno discriminatorie nei confronti della comunità LGBTQI+.

Come è nato il Gay Pride  

La parata con più seguito è stata quella organizzata a New York nel 2019 per il 50° anniversario di questa tradizione dove oltre 5 milioni di persone si sono riunite a Manhattan per celebrare l’orgoglio o la solidarietà verso questa tematica. Le prime parate ovviamente non hanno avuto la stessa affluenza anzi, l’inclusione della comunità LGBT, è stata aspramente criticata durante i primi anni in cui il movimento cercava di prendere piede.

La prima manifestazione infatti avvenne a Chicago il 27 Giugno 1970 dove l’associazione Chicago Gay Liberation organizzò una parata esattamente un anno dopo i moti di Stonewall che avvennero l’ultimo weekend del mese. È proprio il 27/6/1969 che vi furono i primi scontri tra comunità gay e forze dell’ordine che irruppero in uno dei primi locali gay: lo Stonewall Inn. Questo fatto di cronaca venne riportato come primo atto manifesto di omofobia. Gli avvenimenti di Stonewall fecero presto il giro degli USA fino ad arrivare in California dove nel 1970, la polizia concesse il permesso di manifestare chiedendo però un contributo economico di 1.500 dollari per il servizio di protezione. Fu in quel momento che la Corte Suprema della California ordinò alla polizia di concedere il permesso senza condizioni proteggendo i manifestanti.

Il Gay Pride oggi

Grazie all’adesione di molti Paesi, città e associazioni, lo spirito manifestante che contraddistingueva questo evento, ha lasciato spazio alla festa e all’orgoglio di quella che è oramai è diventata una parata. Passare dunque da una situazione di discriminazione, odio, rabbia, protesta, opposizione e attivismo politico ad una situazione di condivisione, inclusione, rispetto e amore è stato possibile grazie ad una maggiore sensibilizzazione da parte della comunità non LGBT. Le parate odierne infatti trattano di argomenti quale la violenza omofoba, la sensibilizzazione alla parità per poi dare sfogo alla “celebrazione dell’orgoglio”. A queste parate non vi è solo la partecipazione della comunità LGBT, ma anche quella di persone affini alla causa tra cui anche la Metropolitan Community Church di New York che è stata la prima associazione ecclesiastica che si è schierata in favore del movimento.

Non tutti i paesi tuttavia, garantiscono la libertà di espressione e soprattutto di essere. Molti stati hanno ancora, nelle loro norme giuridiche, il reato di “omosessualità aggravata” che può essere punito anche con la pena di morte. È il caso di Afghanistan e Arabia Saudita, o ancora di Barbados, Gambia e Sudan dove l’omosessualità viene punita con l’ergastolo, e infine dell’Uganda dove è stata redatta addirittura una “legge ammazza-gay” (Kill the gays bill).

L’unico modo per estirpare anche queste ultime realtà che si oppongono all’inclusione, è quello di schierarsi in favore della sensibilizzazione e dell’uguaglianza, cercando sempre di predicare il rispetto reciproco indipendentemente da razza, sesso o identità sessuale. Per questo SodaStream continua a schierarsi al fianco della comunità LGBT nella speranza che sempre meno persone vedano la diversità lì dove non c’è.


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